Al Satwa è un quartiere di Dubai che comprende numerosi centri commerciali così come complessi residenziali e appartamenti. Si trova a sud-ovest di Bur Dubai, adiacente alla Sheikh Zayed Road, che ne rappresenta il confine meridionale.
Due dei luoghi più importanti del quartiere sono l’Ospedale Iraniano di Dubai e il terminal bus Al Satwa, uno snodo cruciale nei trasporti cittadini: è qui ad esempio che termina la sua corsa il bus notturno che parte dall’aeroporto Al Maktoum. Il quartiere è noto per ospitare una vasta comunità di indiani, bengalesi e pakistani.
Al Satwa è la location del fotoromanzo Satwa Stories, acclamato dalla critica e ideato da Mahmoud Kaabour e Denise Holloway della Veritas Films. Il progetto è nato con lo scopo di mettere in mostra le gemme nascoste e gli iconici personaggi del quartiere di Al Satwa per mezzo di poesie, fotografia e musica.
Il quartiere è però stato immortalato anche nel modo opposto: la polizia di Dubai nel 2013 arrestò un cittadino americano e alcuni cittadini degli Emirati Arabi per aver creato e caricato su YouTube una video-parodia che secondo le accuse metteva Dubai in cattiva luce.
Il titolo del video, girato nel quartiere, era “The Deadly Satwa GS” e immortalava gang che imparavano a combattere utilizzando armi semplici come scarpe, lame e coltelli.
La vita del quartiere di Al Satwa potrebbe cambiare drasticamente con la realizzazione del progetto Jumeirah Garden City, la cui approvazione potrebbe significare la fine della comunità: il quartiere verrà infatti distrutto per far spazio alle nuove costruzioni che in tutto occuperanno un’area di 9 milioni di metri quadri.
Alcuni test al suolo sono già stati effettuati per alcuni dei futuri edifici, tra cui le EP 09 Towers, un complesso di 6 torri a uso commerciale e residenziale che occuperanno in tutto un’area di 450 mila metri quadri, e lo One Park Avenue, che sarà alto 550 metri e avrà 125 piani, sempre se i lavori partiranno dopo che il progetto è stato sospeso nel 2009 a causa della crisi.
In realtà ad Al Satwa non c’è molto da vedere: siamo lontani dai grattacieli futuristici e dai centri commerciali di lusso. Non ci sono nemmeno spiagge o hotel a cinque stelle, ma quello che colpisce del quartiere è la sua genuinità. Si può ammirare la vita di tutti i giorni della working class di Dubai, che fa girare la città e che la sera si ritrova nei bar e nei ristoranti della zona.
Ci sono comunque numerosi negozi e sebbene non ci siano catene internazionali o boutique di lusso, sapranno comunque intrattenere chi vi si avvicina senza pregiudizi: le occasioni per fare acquisti certamente non mancano, e spesso e volentieri si possono spuntare prezzi davvero ottimi.
Anche per il cibo la storia è più o meno la stessa: non ci sono ristoranti stellati tantomeno fast food internazionali, ma si mangia in maniera genuina, cibo autentico (spesso indiano, a causa della numerosa comunità che vive qui) e servito in modo frugale a prezzi più che popolari ma dalla qualità sempre ottima.